Quali sono stati i momenti clou del 2023? Siamo giunti alla fine di un anno pieno di novità e risultati a dir poco significativi sul mercato, scegliere 10 eventi che hanno caratterizzato l'anno delle arti è un’impresa titanica, ma abbiamo provato comunque a stilare una classifica. Scopriamo insieme con la nostra rubrica dedicata all’arte contemporanea le opere e le iniziative che hanno lasciato il segno!
1. La rivoluzione di Anish Kapoor, una nuova idea di scultura
Firenze ha ospitato la mostra "Untrue Unreal" di Anish Kapoor, artista enigmatico che ama definirsi "un pittore che è uno scultore". Un'affermazione realistica dimostrata attraverso l’ossessione per i colori e i pigmenti, fissazione arrivata al punto da spingere l’artista ad acquistare in esclusiva un colore speciale, il "Vantablack", capace di assorbire il 99% della luce. Il colore nelle sue scultore e nelle installazioni muta da semplice tonalità a un fenomeno immersivo e illusorio allo stesso tempo.
In mostra possiamo ammirare un percorso fatto di monumentali installazioni, ambienti intimi e forme conturbanti, capaci di generare un originale e coinvolgente dialogo tra l’arte di Anish Kapoor, l’architettura e il pubblico di Palazzo Strozzi. Lo spazio diventa luogo di discussione, dove lo spettatore è chiamato a mettere in dubbio i propri sensi tramite opere storiche e recenti, tra cui figura una nuova produzione ideata appositamente in dialogo il cortile rinascimentale. Inaugurata il 7 ottobre scorso, la mostra rimarrà visibile fino al 4 febbraio 2024.
2. JR all’Opèra Garnier di Parigi
In occasione dei lavori di restauro dell’Opèra Garnier, l’artista francese JR, noto per i suoi giganteschi collage fotografici, è stato coinvolto attraverso la realizzazione di un incredibile progetto site specific dedicato al tempio parigino della musica e della danza. Le impalcature che ricoprono il monumento sono state rivestite da una nuova facciata, trasformando l’ingresso in un’immensa caverna aperta su uno scorcio roccioso invaso dalla luce.
Risalendo Avenue de l'Opéra, il visitatore è invitato a proiettarsi in questo palcoscenico geologico, un'evocazione visiva delle origini del teatro, quando il canto e la danza erano parte dei riti dedicati alle divinità della Grecia arcaica, svolti in grotte illuminate e ornate a festa. Si dovette aspettare il VI secolo a.C. perché queste celebrazioni si spostassero verso le città, vere e proprie piattaforme di aggregazione dei cittadini. Così l’opera ripercorre la storia delle arti performative e del teatro proponendo una visione romantica, potremmo dire sublime, avvalendosi sempre delle complesse, quasi impossibili, prospettive immaginate da JR.
3. "Sembra Vivo", la grande scultura iperrealista a Palazzo Bonaparte
Una stupefacente mostra dedicata ai maestri internazionali dell’iperrealismo, al suo interno sono visibili i lavori di alcuni dei maggiori protagonisti del contemporaneo. Il progetto, firmato Arthemisia, ha coinvolto i visitatori trasportandoli in un universo in bilico tra il vero e l'artificiale. La mostra ha esposto ben 43 installazioni giganti, sculture impressionanti difficili da distinguere che si confondono con i corpi veri e propri per i via dei loro dettagli realistici, fino nei minimi particolari. Gli artisti esposti, 29 in tutto, sono i più importanti protagonisti a livello internazionale dell’iperrealismo: da Maurizio Cattelan (con opere iconiche come la famosa banana, meglio detta “Comedian”) a Ron Mueck, forse il più celebre artista iperrealista di oggi, fino a George Segal, Carole Feuerman, Duane Hanson e molti altri. Una densa selezione di opere in grado di rivelare il carattere internazionale del movimento iperrealista che, dagli anni ’70, si è costantemente evoluto adottando tecniche sempre nuove, digitali e non, di modellazione, fusione e "pittura della materia", per avvicinarsi sempre di più alla realtà della figura umana. Le sculture emulano le forme, i contorni e le texture del corpo umano o delle sue singole parti creando una strabiliante illusione visiva e un’estrema verosimiglianza: sono opere a grandezza naturale di persone comuni che imitano la presenza palpabile di un altro essere umano.
4. Jean Michel Basquiat e Modena alla Fondation Beyeler di Basilea
Il 2023 è stato un anno di riscoperta per la figura dell’artista Jean Michel Basquiat, protagonista insieme a Keith Haring, del graffitismo newyorkese degli anni ’80. Negli ultimi anni è attivo un intenso processo di ricerca e approfondimento sull’affascinante esponente della cultura newyorkese che, nella sua breve vita, ha cambiato il mondo dell’arte per sempre, esercitando una grande influenza su un artista come Andy Warhol.
Recentemente, vari progetti, non solo a carattere espositivo, sono stati dedicati all’artista come la mostra "Basquiat. The Modena Paintings" della Fondation Bayeler di Basilea che ha ospitato, dall’11 giugno al 27 agosto, un gruppo di opere di grande formato realizzata da Basquiat nel 1982 per una personale che si sarebbe dovuta tenere in una galleria a Modena. L’evento venne successivamente annullato e da allora, negli ultimi quarant'anni, quei dipinti non sono mai più stati mostrati insieme. Si tratta du un’impresa portata a compimento solo dall'istituzione svizzera, con prestiti da collezioni private di Stati Uniti, Asia e locali.
5. La perfomance mimetica di Liu Bolin
A Palazzo Vecchio è stato possibile ammirare il backstage del progetto "Hiding in Florence" realizzato con il supporto della Galleria Gaburro e la curatela di Marco Bazzini. La mostra espone gli scatti del progetto fotografico "Hiding in Florence", che rientra nella più ampia serie "Hiding in Italy" prodotta tra Milano, Venezia, Verona, Roma e Caserta nel 2022. Un'opportunità per conoscere il "camaleonte dell’arte contemporanea" da una prospettiva privilegiata: passeggiando per la Sala d’Arme è stato possibile intravedere Liu Bolin mentre reinterpreta Piazza della Signoria, le Gallerie degli Uffizi, la Biblioteca Marucelliana e lo stesso Palazzo Vecchio. Si tratta dell’ultimo step di un lunghissimo progetto che ha visto l’artista cinese farsi ritrarre in diverse località di fronte a monumenti così come di fronte agli scaffali dei supermercati, per svanire al loro interno. Un viaggio interculturale che ci porta a scoprire una visione profondamente legata alla tradizione cinese, che vede l’uomo come parte integrante della natura e del proprio ambiente. L’artista ricerca così la vera natura dei luoghi e delle situazioni che si riesce a intuire veramente solo quando ci si smarrisce dentro.
6. Un anniversario speciale per Michelangelo Pistoletto
In occasione del novantesimo compleanno del maestro dell’arte povera Castello di Rivoli ha organizzato una retrospettiva sul celebre artista. La mostra "Michelangelo Pistoletto. Molti di uno" costituisce una perfetta restituzione della vita e del percorso dell'artista suddivisa con un percorso sequenziale attraverso le fasi della sua ricerca. All’interno dell’itinerario si può ammirare una versione della "Venere degli stracci" (data in comodato al Museo d’Arte Contemporanea di piazza Mafalda di Savoia a Rivoli) dopo e nonostante l'avvilente vicenda napoletana, che ha visto una versione in grande formato dell’opera distrutta da un incendio doloso, in piazza del Municipio, il 12 luglio scorso. L’esposizione rimarrà aperta fino al 25 febbraio, lasciando agli spettatori la possibilità di avvicinarsi ad uno degli artisti che, negli anni ’60 del Novecento, ha ridefinito il concetto di arte attraverso un’attenta e singolare “frequentazione” con l’Arte Povera.
7. Restauro della Fontana Stravinsky
L’affascinante Fontana Stravinsky, realizzata da Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely, è stata recentemente restaurata e riportata allo splendore originario. Il monumento simbolo della capitale francese vede il suo primo restauro in 40 anni, progetto che ha compreso interventi idraulici, meccanici, elettrici e restaurativi, senza farsi mancare un’aggiunta contemporanea: due opere sonore progettate in armonia con le sedici sculture colorate che la compongono.
Inaugurata nel 1983 in Place Igor-Stravinsky, la fontana rappresenta da sempre uno stretto legame tra la musica e le arti figurative d’avanguardia essendo direttamente ispirata a "La Rite of Spring", opera del leggendario compositore, direttore d’orchestra e pianista russo a cui è dedicata la piazza.
La sua restituzione al pubblico non può che essere un gioioso evento, grazie al quale si potrà nuovamente ammirare la piazza nella sua unità.
8. "Beyond the Glacier" di Jakob Kudsk Steensen
L’artista danese Jakob Kudsk Steensen ha scannerizzato e riprodotto in 3D la suggestiva grotta di un ghiacciaio nelle Alpi Svizzere, prima del suo cedimento a causa del riscaldamento globale. "Beyond the Glacier" è un’istallazione che riproduce il ghiacciaio di Arolla, restituendo un’ultima traccia di una bellezza naturale perduta proprio nel 2023. Collaborando con musei di storia naturale, biologi, compositori e scrittori, l’artista Jakob Kudsk Steensen progetta ricostruzioni e installazioni immersive uniche nel loro genere. Durante degli accurati sopralluoghi effettuati nella primavera del 2022, l’artista ha documentato meticolosamente lo stato di erosione del ghiacciaio tramite le scannerizzazioni 3D: catalogando e conservando non solo il paesaggio, ma anche le piante che crescono nei suoi pressi, i diversi strati geologici e perfino i microrganismi che li abitano.
Questi scanner sono stati la materia di costruzione dell’opera finale: un’installazione che mostra un ambiente digitalizzato, a testimonianza di un momento sospeso nel tempo. La simulazione di Steenseen, ancora visibile al Teylers Museum di Harlem, non è solo un requiem, ma rientra in una logica di archivio che continua ad espandersi nella pratica artistica contemporanea per via dei bisogni innescati dalla crisi climatica. Un vero e proprio rifugio virtuale, a ricordo di ciò che stiamo perdendo e abbiamo già perduto.
9. Un Picasso può valere 139 milioni
Il "Minotauro" ha raggiunto il record di vendita del 2023, sfiorando i 140 milioni. Uno dei capolavori di Pablo Picasso (padre del cubismo), la "Donna con orologio", è stato battuto lo scorso novembre all’asta da Sotheby’s a New York per 139,3 milioni di dollari. Si tratta del secondo prezzo più alto mai raggiunto dall’artista.
Il dipinto, datato 1932, raffigura una delle compagne e muse dell’artista spagnolo, la pittrice francese Marie-Thérèse Walter. Secondo Sotheby’s, il quadro era stato valutato per più di 120 milioni di dollari ancor prima di essere messo all’asta. Originariamente l'opera faceva parte della collezione della mecenate newyorkese Emily Fisher Landau, deceduta quest’anno alla veneranda età di 102 anni. Julian Dawes, responsabile di Sotheby’s, ha definito la tela di Picasso, appesa nel salotto di Landau, “un capolavoro”. Un dipinto gioioso seppur ponderato che ha conquistato con i suoi colori il pubblico.
Il prezzo più alto mai pagato per un quadro di Picasso è stato 179,4 milioni di dollari, per "Le donne di Algeri", un dipinto a olio del 1955. Quando è stato venduto all’asta da Christie’s a New York la cifra rappresentava il record per qualsiasi opera d’arte venduta all’asta fino al 2015.
10. La riscoperta di Basquiat conquista anche il mercato
A chiudere la classifica si trova il dipinto "El Gran Espectaculo" (Il Nilo), noto anche come "Untitled" (History of the Black People), realizzato da Jean Michel Basquiat nel 1983 e venduto quest’anno per 67 milioni di dollari da Christie's. La tela era in precedenza posseduta da un celebre collezionista: lo stilista italiano dell’haute couture Valentino. Parliamo di un trittico raffigurante teschi e figure fluttuanti con frasi scarabocchiate che si riferiscono ad antichi testi mitologici, dipinto quando l’artista aveva solo 22 anni. Una delle opere più grandi tra quelle realizzate nei primi anni '80 e quindi una delle più rare e ricercate sul mercato. "Untitled" (History of the Black People) è rimasta nella collezione personale di Valentino Garavani per 18 anni ed è apparsa in un numero della rivista Vanity Fair del 2010 in cui lo stilista, icona della moda italiana, è stato fotografato seduto davanti al grande dipinto lungo oltre 3,6 metri.
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