top of page

L’iperrealismo di Ron Mueck in mostra alla Triennale di Milano

La leggenda della corrente iperrealista, Ron Mueck, cambia sede dalla Fondation Cartier pour l’art contemporain approda alla Triennale di Milano, inaugurando la prima personale italiana dell’artista, a cura di Charlie Clarke. Dal 5 dicembre 2023 al 10 marzo 2024, sarà possibile vedere le opere del noto artista australiano, una selezione di sculture che la fondazione parigina ha esposto fino al 5 novembre scorso.

È un passaggio di testimone che rafforza la collaborazione che unisce le due istituzioni, permettendo al pubblico italiano di entrare a contatto con le gigantesche e strabilianti sculture di Ron Mueck, sempre pronte a stupire cancellando i limiti tra realtà ed immaginazione.


L’itinerario di mostra intende ripercorrere la carriera trentennale dello scultore con una narrazione che non tralascerà neppure le ultime evoluzioni della pratica artistica di Mueck. Novità assoluta dell’esposizione sarà la presenza di Mass (2017), una discussa installazione dalle dimensioni monumentali, proveniente dalla collezione della National Gallery of Victoria di Melbourne e presentata per la prima volta in Europa. L’installazione, che rappresenta un punto di svolta nella carriera dello scultore, è composta da cento giganteschi teschi umani che sfidano i visitatori a riflettere su temi esistenziali fondamentali come la caducità della vita umana.

«Mass» (2017), di Ron Mueck. Parigi, Fondation Cartier pour l’Art Contemporain. Cortesia della Galleria Nazionale di Victoria, Melbourne, Felton Bequest 2018. Foto © Marc Domage
"Mass" (2017), di Ron Mueck. Parigi, Fondation Cartier pour l’Art Contemporain. Cortesia della Galleria Nazionale di Victoria, Melbourne, Felton Bequest 2018. Foto © Marc Domage

Il titolo stesso dell’opera nasconde un messaggio, infatti, il termine inglese "mass" è riconducibile a molteplici significati, può alludere ad un "mucchio disordinato" come ad una "funzione religiosa", entrambi punti di partenza per un’esperienza di fruizione intimamente personale nella quale lo spettatore si confronta con l’opera portando con sé le proprie credenze e la propria identità socio-culturale.


La crescita dell’artista è evidenziata da opere come En Garde (2023) e This Little Piggy (2023 in corso), la prima presenta uno spettacolare gruppo di cani di tre metri di altezza, mentre la seconda è una scultura atipica, di piccole dimensioni, ispirata a un passaggio del romanzo Pig Earth (1979), capolavoro di John Berger. Nelle sale si svolgerà dialogo aperto che coinvolge i lavori dell’oggi a quelli degli anni 2000 come Baby (2000), un neonato esposto a parete quasi a sostituire il crocifisso, e Woman with stick (2009, collezione Fondation Cartier) che ritrae una figura femminile dalla pelle serica ed affaticata dal peso della fascina dei rami sulle sue spalle.

«In Bed» (2005), di Ron Mueck. Parigi, Fondation Cartier pour l’Art Contemporain. © Patrick Gries, Ron Mueck
"In Bed" (2005), di Ron Mueck. Parigi, Fondation Cartier pour l’Art Contemporain. © Patrick Gries, Ron Mueck

Non solo storia e poetica, il percorso intende svelare i segreti dell’artista analizzando il suo meticoloso metodo di lavoro che verrà illustrato in una serie di proiezioni realizzate appositamente per l’occasione. I film Still Life: Ron Mueck at work (2013) e Three Dogs, a Pig and a Crow (2023) proietteranno i visitatori direttamente nello studio dell’artista per fornire un approfondimento sul complesso processo creativo, che porta le opere dallo stato iniziale di abbozzo fino al virtuosismo tecnico esposto in mostra.


Ron Mueck parte da schizzi e modellini, mentre successivamente nella fase di scultura utilizza materiali come la resina, la fibra di vetro e il silicone per creare opere d’arte che sembrano incredibilmente vive e autentiche. La sua attenzione ai dettagli, come le rughe della pelle, i capelli sottili e le espressioni del viso, rendono le sue sculture straordinariamente palpitanti. Quella di Mueck è una produzione che sfida la percezione, la inganna, ma solo per condurla verso uno studio empatico della condizione umana. A volte, è necessario puntare i riflettori su un problema prima di riuscire ad acquisire consapevolezza della sua esistenza, così la lente di ingrandimento che Ron Mueck punta sui suoi soggetti li esalta mettendone a nudo le fragilità: esplora la bellezza e la complessità del corpo umano per avere un impatto emotivo sui suoi spettatori spingendoli a riflettere sulla complessità della natura umana.




Dal 5 dicembre 2023 al 10 marzo 2024 Triennale di Milano Via Emilio Alemagna 6, 20121, Milano Per maggiori informazioni: https://triennale.org/eventi/ron-mueck Telefono: +39 02724341 Mail: info@triennale.org

bottom of page