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HOPE, la mostra che esplora il confine tra scienza e finzione

La trilogia TECHNO HUMANITIES torna ad animare la sale del Museion di Bolzano con il suo terzo capitolo HOPE, una mostra collettiva internazionale che esplora possibili spazi di collisione tra scienza e finzione. Il progetto di ricerca multidisciplinare si pone domande urgenti ed esistenziali sul significato della cittadinanza in un contesto globalizzato caratterizzato dall'attuale interconnessione tra ecologia, tecnologia ed economia. TECHNO HUMANITIES, concepito dal direttore Bart van der Heide, è articolato in mostre, pubblicazioni e programmi di meditazione e rappresenta l'esperienza più estesa messa in atto dal museo finora. Ad oggi l'esperimento coinvolge tutti i membri del personale e le comunità di interesse a livello locale. Dalla sua apertura, nel 2008, Museion è stato spesso descritto come un'architettura extraterrestre, come un Ufo atterrato nel centro storico di Bolzano. La mostra HOPE rispecchia quest'immagine simbolica dello spazio espositivo come un'astronave, un portale per un'altra dimensione.


Museion, Piazza Piero Siena 1, Bolzano (BZ)
Museion, Piazza Piero Siena 1, Bolzano (BZ)

Se il primo e il secondo capitolo della trilogia hanno attraversato i temi della libertà, dell’esaurimento e della compressione, indagando i rapporti di forza e i criteri attraverso cui nella nostra epoca un corpo viene definito sano o malato, l'ultimo capitolo invita i fruitori a muoversi tra dimensioni e linee temporali reali e immaginarie, per esplorare prospettive alternative, partendo dal concetto di Xeno (straniero). Il percorso inizia, con un approccio inusuale, dal quarto piano del museo per poi diramarsi in tutto lo spazio espositivo. Lo spettatore si trova in un osservatorio dove, attraverso diverse capsule del tempo realizzate dagli artisti, si prospettano nuove visioni rispetto alla sfera terreste e quella celeste. La mostra offre la possibilità di indagare il Sé e l'Altro, ponendosi oltre all'antropocene, in un'ottica che supera l'umanocentrismo. Il pubblico sarà immerso in un'atmosfera fantascientifica a metà tra l'apocalisse ed un nuovo inizio, nel quale la tecnologia, l'ecologia, le scienze umane e le discipline economiche si incontrano.

Nella seconda tappa del percorso, al terzo piano, i visitatori conosceranno questo tempo dal sapore fantascientifico tramite installazioni simili a video games, spazi immersivi tra virtuale e reale, memoria e oblio, ideati grazie a strumenti di costruzione del mondo nell'era dell'intelligenza artificiale e della realtà virtuale.


Michael Fliri, Fluid Foot, 2022. Courtesy the artist and Galleria Raffaella Cortese Milan
Michael Fliri, Fluid Foot, 2022. Courtesy the artist and Galleria Raffaella Cortese Milan

Mentre il secondo piano ospiterà l'archivio del mito afrofutrista Drexciya, nel quale prendono forma le riflessioni di DeForrest Brown Jr. sull'universo e la storia della techno, raccolte nel suo libro Assembling a Black Counter Culture (2022). Numerosi brani techno messi in relazione con i dipinti digitali di AbuQuadim Haqq, già illustrazioni di copertine storiche di album elettronici, occuperanno le sale con sonorità provenienti dalla scena musicale di Detroit. Analogamente, sarà la stessa musica di Brown ad essere narrata con il suo album Techxodus (2023) e i suoi mix The Myth of Drexciya (2023) e Stereomodernism (2020). Per la prima volta in assoluto la collezione di dischi di Dj Veloziped / Walter Garber di Bolzano verrà resa tangibile in un museo, lasciando spazio ad una forma di scrittura della storia e costruzione del mondo ancora trascurata.

La conclusione del percorso sarà un tunnel spazio temporale - riferimento al dipinto copertina della mostra di Haqq - al primo piano un varco sarà aperto invitando i fruitori ad attraversare punti distanti nello spazio-tempo, toccando epoche e futuri divergenti. Passaggio che funge da ponte tra passato e futuro dell'istituzione Museion come collezione d'arte. Parallelamente sarà sempre aperto uno spazio per l'ascolto e il dialogo sulle tematiche e gli interrogativi posti dal progetto espositivo Hope: da dove veniamo e dove vogliamo andare?

Il programma realizzato in collaborazione con Transart favorisce quindi un approccio a 360°, che comprende la prima italiana di una performance del coreografo e danzatore Trajal Harrell con l'ensemble della Schauspielhaus di Zurigo, oltre alla mostra personale dell'artista Thomas Feuerstein, supportata da NOI Techpark ed un variegato calendario di mediazione che coinvolge attivamente i visitatori nella ricerca e nella "negoziazione" di "spazi di speranza".


TECHNO HUMANITIES

Dal 29 settembre 2023 al 3 febbraio 2024 presso Museion

Piazza Piero Siena 1, Bolzano (BZ)

Curato da Bart van der Heide and Leonie Radine in collaborazione con DeForrest Brown Jr.

Per maggiori informazioni: +39 0471 22 34 13

Sito ufficiale: http://www.museion.it


Elenco degli artisti:

Almare; Sophia Al-Maria, Ei Arakawa; Trisha Baga; Neïl Beloufa, Black Quantum Futurism; Tony Cokes; Irene Fenara; Michael Fliri; Petrit Halilaj; Matthew Angelo Harrison; AbuQadim Haqq; Andrei Koschmieder; Maggie Lee; Lawrence Lek; Nicola L.; Linda Jasmin Mayer; Beatrice Marchi; Bojan Šarčević; Marina Sula; Suzanne Treister; Ilaria Vinci; LuYang, e opere dalla Collezione Museion di Allora & Calzadilla; Shūsaku Arakawa; Ulrike Bernard & Caroline Profanter; Shu Lea Cheang; Tacita Dean; Sonia Leimer, Ana Lupaş e Riccardo Previdi.

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