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"Drawings for myself": la personale di Adelaide Cioni alla Galleria P420

In concomitanza con Arte Fiera la Galleria P420 inaugura la seconda mostra personale di Adelaide Cioni (Bologna, 1976, vive e lavora tra Spoleto e Londra), artista capace di condurre una perfetta sintesi della tradizione pittorica, da Giotto a Sol Lewitt, integrando nella sua pratica artistica la propria formazione letteraria.

Tradurre il contemporaneo attraverso la storia dell’arte è un intricato processo di semplificazione che implica un’ampia sperimentazione con medium diversi: pittura, disegno, scultura e lavoro su tessuti. L’attenzione di Cioni si concentra su immagini mnemoniche, pattern e dettagli ricorrenti estratti dal reale per entrare far parte di un insieme di opere astratte che traggono origine da segni e figure ricorrenti nella cultura visiva. Queste immagine sono "epifanie", capaci di risvegliare lo spettatore tramite un gioco poetico di riconoscimenti, alludendo alla figurazione infantile o arcaica che il publico ha sicuramente sperimentato da bambino, ma che ad oggi risiede solo nell’inconscio.


Dal 1 febbraio al 23 marzo 2024, i visitatori potranno riappropriarsi di queste suggestioni arcaiche esponendo se stessi al dialogo con le opere in mostra. I lavori di Adelaide Cioni irrompono nello spazio espositivo, arrivano a saturarlo, creando un ambiente immersivo che agisce su un livello intimo e personale per stimolare un meccanismo di fruizione individuale. Si tratta di una riflessione sui meccanismi interpretativi e simbolici.


Volumi, superfici, soglie conquistano lo spazio della mostra per avviare una relazione a tre che coinvolge lo spettatore, le opere e l’ambiente. Pattern, forme e simboli pop occupano la carta con i loro colori accesi, sono forme banali eppure felici, come quella di una nuvola o di un gelato. Quest’ultimo, alimento comune e in apparenza privo di qualità particolari riesce, attraverso la pittura di Cioni, a racchiudere in sé la tavolozza dominata dal rosa di Giotto o Piero della Francesca. Il soggetto diventa quindi un mezzo per esporre il colore: vero protagonista della mostra. Quella dell’artista per la pittura del Trecento è una passione che si riflette in lavori come "Pezzo di cielo" (2021), opera in grado di trasportarci all’interno della Cappella degli Scrovegni a Padova per ammirare la decorazione pittorica della volta a botte: un magnifico cielo stellato.


Adelaide Cioni, Drawings for Myself, Galleria P420, Bologna
Adelaide Cioni, Drawings for Myself, Galleria P420, Bologna

Ad accompagnare la narrazione visiva costruita dalla pittura, è presente un lavoro sonoro nel quale Cioni propone una sua lettura del racconto "Pip alla deriva" di Rick Moody, da lei stessa tradotto nel 2024. Pip è un personaggio tratto da Moby Dick, si tratta del mozzo che cade a mare e viene abbandonato in acqua per ore prima di essere salvato dai suoi compagni. È una storia di disorientamento e follia, dove il protagonista sembra liquefarsi fondendosi con il mare, tema fondamentale nell'esposizione trattato e indagato in opere come: "Song for the Sea" (2023) e "Bozzetti per il mare" (2019).


Soggetto sfuggente per eccellenza, gli artisti, specialmente i pittori, non hanno mai rinunciato a ritrarre il mare. Sarà proprio Pip a condurre il pubblico nella seconda sala, dove Cioni realizzerà un’installazione site-specific composta da un grande telo in tessuto dipinto che avvolge interamente lo spazio. L’intervento conferma una modalità di confronto con l'ambiente che diventa sotto la sua influenza trasformativo ed immersivo, con cui l'artista si è già cimentata nella precedente personale preso Mimosa House a Londra. Questa parte della mostra è un invito a perdersi e confondersi a causa dei ricorrenti motivi decorativi astratti e della loro modulazione e diffusione nello spazio. 


Come descrive la stessa Cioni: “Drawings for myself è il tentativo di creare un ambiente a tenuta stagna dove non entrino le pressioni del mondo esterno, una stanza che mi porto in giro e quando voglio ci entro dentro. Sono pensieri e domande che mi vado ponendo da un po’ di tempo a questa parte, immagini che ho voluto mettere fuori per poterle guardare e interrogare. Tra queste ci sono il mare, la traduzione, la voce, gli oggetti, il corpo, la geometria, lo spazio. È tutto abbastanza astratto. Ma tutto ha una forma fisica. Drawings for myself ha molto a che fare con il perdere tempo, con il non essere produttivi ma speculativi, con il piacere del pieno e della fisicità delle cose, ma anche con l’angoscia di non capire come si disegna il mare. O meglio di capire che è del tutto impossibile farlo, e che tutti quelli che ci hanno provato, anche i grandi maestri, anche Monet, anche Matisse, hanno solo abbozzato un’idea di mare, e nessuno è riuscito a ritrarlo davvero. Ho pensato quindi che il mare è quella cosa che puoi solo approssimare, come si può solo approssimare ciò che si vorrebbe dire”. 


Nell’operato di Adelaide Cioni appare evidente il legame con artisti come Pascali, Merz, maestri che hanno lavorato con la semplicità delle forme e dei materiali riuscendo comunque ad inserire le loro opere in ragionamenti complessi, i quali nascondo in piena luce un sistema concettuale che non offre mai una risposta univoca. Per comprendere il potenziale evocativo della immagini scaturite dalla fantasia della pittrice è necessario abbandonare le sovrastrutture cognitive per abbandonarsi al potere comunicativo dei segni e dei simboli, unità di misura di tutto il nostro patrimonio visivo. 




Adelaide Cioni

"Drawings for Myself"

Galleria P420

Opening sabato 3 febbraio ore 19-23

01 febbraio – 23 marzo 2024

Per maggiori informazioni: www.p420.it

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