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Un Guercino ritrovato all'asta

Lo scorso agosto un dipinto, forse un Guercino, è stato venduto per la modesta cifra di 590 mila euro superando la precedente quotazione di 5-6 mila euro all'asta da Chayette and Cheval a Parigi. Si tratta di un ritratto di Mosè, raffigurato in una posa drammatica con le mani e lo sguardo rivolti verso il cielo. Il quadro, prima creduto di un anonimo pittore seicentesco della scuola bolognese, viene stimato essere il frutto di un seguace di Guido Reni o delle mani di Benedetto Zalone, un allievo di Francesco Barbieri conosciuto come il Guercino. A quasi un anno distanza, l'opera presenzia nella collezione delle nuova sede parigina di Moretti Fine Art e viene messa in vendita ad una cifra ben diversa: 2 milioni di euro.

Le similitudini con un quadro certo del Guercino, una Testa di vecchio, custodita presso l'Ashmolean Museum di Oxford, portano un misterioso compratore, scopertosi poi essere Fabrizio Moretti, ad investire sulle sue potenzialità. Inoltre, le ulteriori somiglianze del soggetto con la figura maschile dell'Elia nutrito dai corvi (1620), altro capolavoro del maestro emiliano, spingono il noto gallerista a sottoporre l'opera a restauro e promuovere lavori di ricerca. Studi che sembrano portare ad una conferma della paternità del dipinto.

Moretti scommette sull'opera nella piena convinzione che la casa d'asta abbia sottovalutato il lotto sbagliandone l'attribuzione. D'altronde i cosiddetti "Old Masters" sono merce rara sul mercato dell'arte, soprattuto quelli di alta qualità.


Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, Mosè (1618–19 ca.). Foto © Moretti Fine Art.
Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, Mosè (1618–19 ca.). Foto © Moretti Fine Art.

Potrebbe essere una scommessa molto vantaggiosa considerando il record del Re Davide del Guercino, in asta a 7.86 milioni di dollari, registrato da Christie's nella sede londinese nel 2010. La pittura del barocco bolognese sembra avere fortuna all'asta, un altro dipinto dell'allievo preferito di Ludovico Carracci, al tempo proprietà dell'attore del Soprano Federico Castelluccio, è stato valutato ben 10 milioni di dollari.

"Abbiamo scommesso un po’, perché quando si compra un quadro sporco si corre sempre un rischio. Ma non abbiamo mai messo in dubbio l’attribuzione. Da 100 metri si vede che si tratta di un Guercino giovanile, che rappresenta il momento più bello della carriera dell’artista. I nostri occhi sono la nostra conoscenza" afferma Fabrizio Moretti in un'intervista ad Artnet News.

Sulla qualità dell'opera non sembrano esserci più dubbi, il riferimento al Guercino è stato sostenuto da Keith Christiansen (ex presidente della sezione dipinti europei del Metropolitan Museum of Art di New York) e Letizia Treves (ex curatrice dell'area dedicata ai dipinti spagnoli e italiani della National Gallery di Londra). Le opinioni di due esperti di tale calibro sono avvalorate anche da nuovi studi che suggeriscono un data di realizzazione che si colloca tra il 1618 e il 1619, durante la produzione giovanile del maestro, che all'epoca si trovava ancora a Cento ben lontano da Bologna. Sono emerse molte ipotesi riguardo al committente della tela, forse parte della collezione del cardinale Alessandro d'Este, celebre mecenate del Guercino. È probabile che il dipinto entrò a far parte dei possedimenti ducali estensi a seguito della morte del prelato e fu successivamente accolto in territorio francese a causa delle spoliazioni napoleoniche. In epoca moderna dell'opera si perse qualsiasi traccia, nonostante ciò rimase conosciuta attraverso alcune copie. L'intrigante vicenda alle spalle di questa tela potrebbe inalzare ancora il suo valore grazie ad una riscoperta fortuita ed inaspettata.

Ad oggi, il Mosè è esposto alla Moretti Fine Art di Parigi come fiore all'occhiello del catalogo della mostra personale che è stata inaugurata il 14 settembre nel nuovo spazio in 1 Place du Louvre.

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