IVA al 5% per l’arte: una rivoluzione attesa da anni.
- pao372
- 20 giu
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Dopo anni di pressioni da parte di galleristi, artisti e associazioni del settore, il governo italiano ha finalmente approvato una misura considerata cruciale per il rilancio del mercato dell’arte: la riduzione dell’IVA sulle opere dal 22% al 5%. Una svolta che, pur avendo un impatto immediato sul piano fiscale, porta con sé ambizioni più ampie e la possibilità di restituire centralità all’Italia nel panorama artistico internazionale.

Un passo decisivo per la competitività
La nuova aliquota porta l’Italia in linea con le principali economie culturali europee: Francia (5,5%) e Germania (7%). Fino ad oggi, l’Italia gravava invece sulle transazioni artistiche con il 22%, una delle aliquote più alte d’Europa. Questa distorsione ha a lungo penalizzato le gallerie italiane, che faticavano a reggere la concorrenza internazionale e vedevano svanire opportunità, talenti e capitali.
Ora, con il nuovo provvedimento, si riaccende la fiducia. «Missione compiuta», ha dichiarato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, presentando la misura come una “correzione necessaria”. Secondo le stime contenute nel rapporto Nomisma, la riduzione dell’IVA potrebbe portare a una crescita del fatturato fino a 1,5 miliardi di euro in un solo trimestre, con ricadute economiche complessive oltre i 4 miliardi.
Una voce che si è fatta sentire
La riforma arriva in risposta a un lungo e corale appello da parte di chi lavora quotidianamente nel mondo dell’arte. In questi ultimi mesi si è alzata una voce unitaria, proveniente da gallerie, fiere, artisti e professionisti culturali, che hanno chiesto con forza un segnale concreto. Il messaggio è stato raccolto e trasformato in azione, dimostrando che le politiche pubbliche possono davvero incidere positivamente sulla vita economica e culturale del Paese.
Non solo tasse: verso un sistema più aperto
Sebbene la riduzione dell’IVA sia un passo importante, è anche un punto di partenza per ulteriori interventi. Il mercato dell’arte italiano ha ora l’occasione di rivedere alcune rigidità storiche, come le regole sulla libera circolazione delle opere. In questa direzione si muove la proposta di legge “L’Italia in scena”, che promette di snellire le procedure per esportazioni e valorizzazioni del patrimonio.
Il contesto è dunque maturo per una modernizzazione complessiva del settore, capace di unire semplificazione normativa, fiscalità equa e investimenti nella filiera creativa e culturale.
Una nuova stagione per l’arte italiana
Con l’introduzione dell’IVA al 5%, l’Italia dimostra di voler rimettere al centro la cultura come leva di sviluppo economico e identitario. Si tratta di una riforma concreta, utile, che restituisce fiato alle gallerie, fiducia agli operatori e visibilità al sistema arte nel suo complesso.
Non è solo un taglio fiscale: è un segnale politico forte, che rilancia la nostra capacità di attrarre investimenti, trattenere talenti e valorizzare una delle nostre eccellenze più riconosciute nel mondo.
Il percorso è avviato. E questa volta, finalmente, nella giusta direzione.
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