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Intervista all'artista russa Lena Shaposhnikova

Dal 17 Settembre all’8 Ottobre 2022 gli spazi espositivi del SAC – Spazio Arte Contemporanea di Livorno ospitano la personale dell’artista Lena Shaposhnikova, vincitrice della scorsa edizione del Premio SAC, riconoscimento assegnatole nel 2021 in ambito del concorso internazionale d’arte contemporanea Premio Combat.

Personale di Lena Shaposhnikova, SAC - Spazio Arte Contemporanea, Livorno, 2022
Personale di Lena Shaposhnikova, SAC - Spazio Arte Contemporanea, Livorno, 2022

Lena Shaposhnikova, classe 1990, si è diplomata presso il Collegio d’arte Statale e nel 2013 ha proseguito i suoi studi all’Università tecnica Statale di Irkutsk, presso la facoltà di Architettura. L’anno seguente ha iniziato il suo percorso di studi in Italia, all’accademia di Belle Arti di Firenze, città dove attualmente vive e lavora, per coltivare la propria agognata ricerca artistica personale.


La mostra di Lena al SAC – Spazio Arte Contemporanea si propone come evento collaterale della XIII edizione del Premio Combat che si sta tenendo nelle stesse date presso il Museo Civico Giovanni Fattori.

Personale di Lena Shaposhnikova, SAC - Spazio Arte Contemporanea, Livorno, 2022
Personale di Lena Shaposhnikova, SAC - Spazio Arte Contemporanea, Livorno, 2022

Di seguito l’intervista a cura di Elisa Muscatelli all’artista protagonista della mostra:


Elisa Muscatelli: “LENA SHAPOSHNIKOVA ИЗ СИБИРИ С ЛЮБОВЬЮ”, nel tuo portfolio il tuo nome è scritto in italiano, mentre From Siberia With Love, viene presentato anche in cirillico. C’è una parola nella tua lingua madre, di difficile traduzione italiana, che pensi possa definire in parte il tuo modo di fare arte?

Lena Shaposhnikova: In russo, come in qualsiasi altra lingua, ci sono tante parole che non possono essere tradotte in maniera fedele in un'altra lingua. Non credo ci sia una parola particolare che potrei usare per descrivere la mia arte, ma sono diligente nel preservare la memoria della mia lingua madre, che influenza chi sono e cosa faccio. Ad essere onesti però non posso dire cosa sia, vivo in Italia da troppo tempo ed è tutto confuso ed ibrido, anche i miei sogni ormai sono spesso in italiano.


E: Nelle tue opere compaiono spesso personaggi indefiniti: i volti anonimi vengono nascosti da fasci di luce, trasparenze o campiture di colore. Da cosa nasce questo approccio alla figura umana?

L: Una volta una ragazza mi ha chiese di parlare del mio percorso creativo e della mia ricerca e io non seppi rispondere altro se non che è come trovare un punto d'appoggio nel buio. Nell'oscurità totale non si sa che cosa si sta toccando, dove si sta andando e in cosa ci si possa imbattere, e questo è più o meno quello che succede con le figure che dipingo. Non li conosco veramente in quanto la mia conoscenza con loro è fugace e probabilmente ho persino paura di riconoscerli; se io stessa non sono sicura di loro, dopotutto, non vedo motivo di mostrarli al mondo in modo più definito.


E: Nel 2021 c’è stata la tua bellissima personale Gli occhi hanno paura ma le mani fanno alla galleria Amy-d Arte Spazio, Milano. In che modo questo titolo risuona con il tuo modo di fare arte?

L: Mi ricollego alla questione del buio della domanda precedente: sono una persona terribilmente vigliacca. Il titolo della mostra parla del superamento di me stessa e della mia paura di fare qualcosa ogni giorno. La ricerca artistica che porto avanti è molto difficile per me, perché sono sconcertata dalla paura e sono incapace di andare avanti, ma supero me stessa e, brancolando nel vuoto, creo i nuovi lavori.


E: Nella mostra erano presenti dei piccoli quaderni spontanei appesi alle pareti e acquarellati, mi è venuto in mente un gioco che facevo da piccola dove bisognava rispondere alla domanda “Che cosa ti porteresti su un’isola deserta?”. Ho immaginato che per te questi quaderni siano proprio quell’oggetto che non potresti mai dimenticare a casa...

L: Sì, tengo sempre un album nella mia borsa perché non so quando mi verrà in mente di disegnare qualcosa, ecco perché i quaderni sono tutti così malandati, così vissuti. È solo con il nostro diario che condividiamo storie veramente personali e per tutti noi è più facile lavorare su delle bozze. È davvero un lavoro creativo importante, un calderone di pensieri che poi si sviluppa e confluisce in un grande lavoro.


E: I quaderni erano affiancati ad una grande installazione architettonica: un cubo impossibile da penetrare che ospitava per tutto il suo perimetro un paesaggio siberiano dipinto. Da cosa è nata l’esigenza di fondere la dimensione pittorica a quella architettonica? È un percorso che intendi approfondire?

L: Innanzitutto vorrei aggiungere che il paesaggio, anche se sembra siberiano, è ispirato al mare d'inverno di Piombino. Per quanto riguarda la forma, di prima formazione io sono architetta, molto spesso nella mia vita ho pensato di avere sprecato sei anni della mia vita studiando architettura, quindi di base volevo poter coniugare qualcosa riferito all'architettura con la mia passione maggiore che è la pittura. Mi piacerebbe molto approfondire questo tipo di interazione, ma purtroppo il mio studio è troppo piccolo per poter ospitare opere di queste dimensioni, tuttavia resta uno dei miei sogni più grandi, perché vivere la pittura in modo così monumentale è molto bello.


E: Irkutsk, Firenze, California, Italo Calvino scrisse che “le città, come i sogni, sono costruite di desideri e paure”. In che modo ti sei approcciata a livello artistico in queste diverse realtà in cui hai vissuto?

L: Una mia amica, anch'egli immigrata, una volta mi ha detto: “Sarebbe bello nascere in un posto dove tutto è già buono e non devi andare da nessuna parte”. Nella mia città natale, Irkutsk, non c'è nemmeno un'accademia d’arte, quindi partire o non partire non era un'opzione. Dovevo decisamente partire. Irkutsk rimane il punto di partenza di tutto: i colori, il paesaggio mentale, l'umore, mentre città come Firenze, la California e altri luoghi in cui sono stata diventano un'aggiunta. Prendo qualcosa da ogni luogo, non sono più una persona di un solo Paese, sono un ibrido e questa è una fortuna e forse una grande tragedia. Dipende da come la si guarda.


E: Ci sono stati dei riferimenti accademici o storico-artistici che hanno avuto un impatto sulla tua carriera professionale?

L: È difficile identificare un particolare periodo che mi abbia influenzata. Prima di venire in Italia sapevo pochissimo di storia dell'arte, dato che sia in istituto che all’università veniva insegnata poco e male. Vivendo qui scopro sempre cose nuove avendo accesso a molti più libri e risorse. Forse è più facile individuare quei singoli artisti mi hanno influenzata, anche se assorbo tutto quello che vedo come una spugna ed è difficile rendermene conto. Se dovessi pensare in generale a qualche nome direi: Diego Velázquez, Francisco Goya, Edward Munch, Käthe Kollwitz, Hannah Höch, Francis Bacon, ma anche i pittori contemporanei Marlene Dumas, Helene Verhoeven, Wilhelm Sasnal.

Lena Shaposhnikova, Fiume color mercurio, 2022, olio su tela, 162 x 258 cm
Lena Shaposhnikova, Fiume color mercurio, 2022, olio su tela, 162 x 258 cm

È possibile visitare il profilo dell'artista Lena Shaposhnikova sulla piattaforma T.O.E. Art Market al seguente link:


Info:

SAC - Spazio Arte Contemporanea

Lena Shaposhnikova

17 Settembre – 8 Ottobre 2022

Via Luigi Boccherini 22, Livorno

+39 0586 – 8881165

dal Martedì al Venerdì 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00

Sabato e Domenica 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00

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